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Analisi 16.04.2018

Obbligazioni societarie sostenibili dei mercati emergenti

Obbligazioni societarie sostenibili dei mercati emergenti

Una nuova classe di asset per investitori responsabili


Punti chiave

  • Gli investimenti socialmente responsabili hanno registrato una crescita sostenuta negli ultimi anni, raggiungendo 22’900 miliardi di dollari nel 2016.
  • Tuttavia, l’offerta di strategie con obbligazioni societarie sostenibili dei mercati emergenti è limitata poiché gli investitori dubitano che le istanze ESG e i mercati emergenti siano compatibili.
  • In realtà, tra gli emittenti societari emergenti esistono già «campioni dell’ESG» e in questo ambito stanno aumentando anche i debitori sovrani emergenti, soprattutto nella lotta ai cambiamenti climatici.
  • Crediamo che il numero di imprese attente alle istanze ESG sui mercati emergenti continuerà a salire, poiché gli emittenti rispondono alle nuove esigenze degli investitori, ora alla ricerca di pratiche commerciali più rigorose e normative locali più severe in ambito ambientale e sociale.
  • Si creano così valide opportunità per costruire portafogli di obbligazioni societarie sostenibili dei mercati emergenti che dovrebbero offrire performance rettificate per il rischio più elevate e durature nonché fornire nuovi e interessanti strumenti di diversificazione per gli investitori responsabili.
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Il segmento degli investimenti sostenibili è cresciuto, ma le strategie sulle obbligazioni societarie dei mercati emergenti sono state spesso ignorate

Secondo l’ultimo rapporto sugli investimenti sostenibili globali della GSIA, la finanza responsabile è rapidamente cresciuta negli ultimi anni. I capitali gestiti da professionisti nelle strategie d’investimento responsabile hanno raggiunto 22’900 miliardi di dollari nel 2016, pari a un aumento del 72% dal 2012. In termini relativi, gli investimenti sostenibili rappresentano attualmente il 26% di tutti gli asset gestiti a titolo professionale su scala globale. La penetrazione è ancora maggiore in Europa, dove raggiunge il 53%.

Nonostante ciò, quando si tratta di gestire i portafogli a reddito fisso dei mercati emergenti, gli approcci agli investimenti sostenibili sono tuttora marginali, sebbene diversi studi accademici abbiano dimostrato che la correlazione positiva tra criteri ESG e performance finanziaria tenda ad essere superiore nel reddito fisso rispetto alle azioni e sui mercati emergenti in confronto ai mercati sviluppati.

Alcune strategie si stanno concentrando sugli emittenti sovrani dei paesi emergenti, spesso scegliendo di escludere alcuni paesi. Ma approcci «best in class» ai portafogli di obbligazioni societarie emergenti in linea con i criteri ESG sono rari. In realtà, basta menzionare i vantaggi dei criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) nella costruzione di portafogli sui mercati emergenti per suscitare un’immediata reazione di scetticismo. È vero che i livelli di diffusione di informazioni extra-finanziarie da parte degli emittenti dei mercati emergenti sono tuttora al di sotto di quanto avviene nei paesi sviluppati. Inoltre, le normative e le disposizioni in materia di ESG possono essere meno severe in alcuni paesi emergenti e i media sottolineano spesso casi di pratiche mediocri in queste regioni, ad esempio lavoro minorile, inquinamento o corruzione.

Tuttavia, gli emittenti societari dei paesi emergenti che soddisfano ampiamente o mediamente i criteri ESG (rating da AAA a BB attribuiti da MSCI ESG Research LLC) rappresentano già più della metà dell’indice JP Morgan CEMBI Broad Diversified, mentre le società poco conformi ai criteri ESG, cosiddette «laggard» o ritardatarie (ossia le società con un rating ESG B o CCC), rappresentano il 30% circa dell’indice.

I campioni dell’ESG sui mercati emergenti esistono

In realtà cresce il numero degli emittenti dei mercati emergenti che si distinguono per le loro credenziali ESG o per l’impatto positivo a livello sociale o ambientale in linea con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG).

Tra questi si annoverano Arcelik Anomim Sirketi, una società turca ad alto rendimento cui MSCI ESG Research LLC ha attribuito un rating ESG AAA. Arcelik produce e distribuisce beni di consumo durevoli e apparecchi elettronici e opera in sette paesi, tra cui Russia, Tailandia e Sudafrica. Possiede impianti di riciclaggio, svolge periodiche verifiche interne ed esterne e partecipa al Programma per la trasparenza delle aziende («Business Transparency Program») del Global Reporting Initiative (GRI).

Sempre in Turchia, il CEO di Turkcell Illetisim Hizmetleri A.S. è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite (ONU) come uno dei dieci «SDG Pioneer» nel 2017.

Kaan Terzioglu si è distinto per aver creato l’app mobile «Hello Hope», che facilita l’accesso dei rifugiati ai servizi sanitari e formativi.

Un altro esempio è Infraestructura Energética Nova (IEnova), una società messicana che sviluppa, costruisce e gestisce infrastrutture per l’energia. Con il suo operato dà prova di solide politiche di sostenibilità, in particolare in termini di fattori sociali, grazie ai suoi eccellenti standard di protezione della salute e della sicurezza, e di fattori ambientali, con lo sviluppo di progetti volti a salvaguardare la biodiversità, tra cui il rimboschimento e la protezione della fauna selvatica. MSCI ESG Research LLC ha riconosciuto la validità di questi standard assegnando alla società un rating ESG single-A.

I paesi emergenti assumono un ruolo fondamentale nella lotta contro i cambiamenti climatici

Il trend descritto per le imprese emergenti riguarda parimenti gli emittenti sovrani. Le tematiche ambientali sono globali per la loro stessa natura e i paesi emergenti ne sono consapevoli. I paesi emergenti compresi negli indici JP Morgan per le obbligazioni sovrane e societarie emergenti sono tutti firmatari dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e solo dodici non lo hanno ancora ratificato.

  • 11 marzo: si è tenuto a Nuova Delhi il primo vertice della International Solar Alliance (ISA), ospitato congiuntamente da India e Francia. L’ISA è stata lanciata nel 2015 su iniziativa del primo ministro indiano Modi e ora annovera 121 nazioni.
  • 13 marzo: creazione di un nuovo ministero dell’ecologia e dell’ambiente in Cina che dovrà occuparsi delle politiche ambientali del paese, del loro monitoraggio e dell’applicazione delle leggi.
  • 18-23 marzo: si è svolto a Brasilia l’ottavo World Water Forum, organizzato dal Consiglio Mondiale dell’Acqua (World Water Council; WWC), tra i cui membri si annoverano 300 organizzazioni provenienti da oltre 50 paesi. Dei 99 privati aderenti al Collegio 3 (aziende e strutture) del Consiglio Mondiale dell’Acqua, 72 hanno sede in un paese emergente.
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